Rinvenuta l'iride del Bronzo A

24.10.2023

Parleremo della conferenza stampa del 21 ottobre all'Hotel Federica di Riace Marina, organizzata dal Comune di Riace e dal suo sindaco, Antonio Trifoli, per conto del giornalista Giuseppe Braghò, dove doveva essere presentata un'importante scoperta.

Bene anche noi abbiamo seguito questa conferenza sulla bellissima scoperta, pur restando sul "chi va là!", parliamo si di un invito del Comune dove sono stati ritrovati i Bronzi, ma anche di un giornalista, distinto appassionato di arte e di archeologia, ma che in passato fu accusato in un'inchiesta di trafugamenti di reperti archeologici, poi liberato da un giudice, ma per anni mantenuto in investigazione, sicuramente ingiustamente.

E qui vorrei fare una pausa per dirvi che quando una zanzara ci punge, causa un gonfiore, il rossore e il prurito intorno alla zona della puntura. Alcune volte però il prurito persistente dopo giorni dalla puntura di zanzara può essere attribuito alla reazione del sistema immunitario. Anche se la puntura iniziale potrebbe essere guarita, il sistema immunitario può continuare a rilasciare sostanze chimiche infiammatorie nella zona, causando prurito persistente.

Noi agiamo come un sistema immunitario, e quando il prurito appare ci preoccupiamo di verificare e analizzare e dopo la conferenza stampa purtroppo il sistema immunitario ha solo aumentato questa sensazione e ci siamo cominciati a grattare.

Ma andiamo sullo specifico, Braghò ha presentato la scoperta di un iride in bronzo e alcuni chiodi in bronzo, insieme a un rivetto del medesimo metallo, di epoca imperiale romana.

La scoperta importante sotto il punto di vista dei reperti sicuramente originali, ci porta a farci alcune domande e pur essendo amante dell'arte e dell'archeologia, non sono un esperto e neanche uno che a 77 anni, scende a 300 metri dalla costa sott'acqua nell'imbrunire e trova un oggetto di pochi millimetri in un fondale, quindi non avendo anch'io queste doti da superman che ha avuto Braghò ho immediatamente consultato uno dei maggiori esperti sui Bronzi, Daniele Castrizio, perché la logica me lo imponeva, e quel prurito di cui parlavo prima anche.

Alla conferenza stampa erano presenti anche il Sindaco, l'archeologo subacqueo Francesco Laratta e l'archeologo Antonio Arcudi.

Ma torniamo al ritrovamento, avvenuto il 2 agosto e di cui ce ne danno notizia solo il 21 ottobre, oltre due mesi e mezzo dopo, in una conferenza stampa, locale, non della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia, per una scoperta così importante? Ma del Comune di Riace.

Ecco dunque il ritrovamento analizzato dallo staff di Daniele: 

"Iride in bronzo con ogni probabilità, a nostro avviso, appartenente al Bronzo A (non compatibile con quello mancante a Eteocle o Bronzo B, ma può esserlo con le parti interne degli occhi di Polinice (Bronzo A), come da riproduzione nella foto sopra del visual designer Saverio Autellitano). L'emozione è tanta e ho fatto una prova., e alcuni chiodi in bronzo, insieme a un rivetto del medesimo metallo, di epoca imperiale romana, lunghi circa cm 25, e, ipoteticamente, appartenenti a una nave lunga una trentina di metri",

quindi un ritrovamento importante, ma qui avanza quel prurito e bisogna farsi delle domande, per i più buoni dovute considerazioni dal punto di vista della ricerca sui Bronzi che si impongono: 

"In primo luogo, la scoperta fortuita dell'iride e della pupilla del Bronzo A sarebbe ancora più significativa se fosse rivelato il punto esatto del rinvenimento, giacché sarebbe una prova del tragitto che le due statue hanno percorso trascinate o in qualche maniera legate a una barca, che le ha spostate dal luogo della loro giacitura secolare.
Del resto, lo spostamento delle statue dal luogo del naufragio è certo per una serie di motivi: la parte terminale del dito indice del Bronzo B è danneggiata, ma nelle foto del giorno del rinvenimento si può osservare che la frattura è assolutamente recente, senza concrezioni; la spalla destra della stessa statua è profondamente segnata da solchi, che indicano un trascinamento su scogli;
i due Bronzi sono stati ritrovati vicini, in una posizione che non è compatibile con uno scarico in mare da parte di una nave o con l'affondamento della stessa; le incrostazioni marine sulle due statue sono incompatibili con la posizione in cui sono state ritrovate; la presenza di molti frammenti ceramici sulle due statue è inconciliabile con il luogo in cui Stefano Mariottini li ha individuati, che è assolutamente privo di frammenti di terracotta. A queste schiaccianti prove si aggiunge oggi l'iride di uno dei due occhi di A, che si può essere staccata solo in seguito al trasporto traumatico della statua."

Questi sono dati essenziali lo si capisce se conosci questa storia del ritrovamento, ma non finisce qui perché: 

"Se si conoscesse il luogo esatto del rinvenimento del reperto, si potrebbe ipotizzare la direzione dalla quale proveniva la barca che stava trascinando i due Bronzi",

quindi magari scoprire molte più cose su di loro, e sul resto del carico della nave, che adesso sembra poter essere affondata con il suo prezioso carico, ma bisogna provarlo, come dice Daniele 

"Ancora più sorprendente appare il ritrovamento della porzione di nave romana, da cui provengono i chiodi. Secondo le dichiarazioni del giornalista, il legno era talmente marcio che si è decomposto appena egli lo ha toccato. Ci chiediamo, però: se prendere con sé la parte di occhio è ampiamente comprensibile, viste le dimensioni ridotte dello stesso, impossibile da ritrovare in un secondo momento, perché non lasciare sott'acqua il fasciame e i chiodi, che erano rimasti ignoti per cinquantuno anni? E poi, che relazione spaziale c'è tra l'occhio e la parte di nave romana? Pochi metri? Centinaia di metri? Si comprende bene che rispondere a questa domanda potrebbe aiutare per capire se i due distinti reperti possano appartenere al medesimo contesto, oppure il loro accostamento è puramente casuale".

E a questo punto il prurito è aumentato e mi sono grattato in continuazione, perché il prurito ormai era insopportabile: 

"come due così importanti rinvenimenti siano sfuggiti alla Soprintendenza Archeologica, che ha più volte dichiarato di aver indagato quel tratto di costa proprio alla ricerca di resti del supposto naufragio della nave dei Bronzi. Per cinquantuno anni la costa di Porto Forticchio non ha restituito nulla, ma in una sola immersione abbiamo ben due diversi ritrovamenti così significativi."

E nuovamente per concludere, poi: 

"che cosa aspettava la Soprintendenza Archeologica a organizzare essa stessa una conferenza stampa per dare notizia al mondo intero, e non solo alle testate locali, di questo importantissimo rinvenimento?"

Lasciando a voi lettori quella sensazione della puntura di zanzara con prurito perenne ci farà cosa gradita che diffondeste sia la scoperta sia le perplessità ad essa associate, non solo per aver maggior ingressi nel nostro settimanale, ma anche e soprattutto per l'importanza che ricopre, questa scoperta.

Dopo la pubblicazione di questo articolo sopracitato essendo noi un settimanale e definendo gli articoli con eventuali correzioni, abbiamo ricevuto immediata comunicazione dal giornalista Braghò dicendo che "l'invio delle coordinate satellitari esatte - era stato doverosamente dal sottoscritto segnalato alla Soprintendenza e, la stessa, ovviamente non le ha divulgate: neanche a lui (Daniele Castrizio). Doveva, forse? Per quale ragione? L'archeologo numismatico in argomento non fa parte dell'Istituzione preposta a tali circostanze."

In verità continua il prurito, quindi mi faccia capire caro Braghò esistono persone a cui divulgare le informazioni del ritrovamento, ed altre che no? Come il professore universitario Castrizio intervistato dalle maggiori televisioni e giornali del pianeta, proprio sul suo ritrovamento, oggi da Rai 2 (difendendo la sua scoperta, pur con la sovrintendenza dicendo che lei giustamente ha indicato le coordinate), per le sue "azzeccate", e parlo "scientificamente azzeccate", ricerche ha scoperto addirittura cose maggiori come la storia dei Bronzi A e B, che noi oggi chiamiamo seguendone la storia di Polinice e Eteocle.

Noi giornalisti, Castrizio e la popolazione calabrese e italiana, vogliamo sapere SI tutto sui nostri due capolavori, SUBITO e non come ha scritto lei nei suoi libri "solo dopo esserne spariti alcuni pezzi".

La trasparenza sicuramente farà sparire questo prurito, al quale lei mi ha consigliato balsamo, pomata, crema e gel, come soluzione. Io consiglio invece trasparenza e celerità, se siamo dalla stessa parte, onde evitare nuovi viaggi intercontinentali alle nostre opere d'arte. 

Grazie

Andrea Ruggeri

ps... La ricostruzione dell'occhio con il ritrovamento è stata fatta da Saverio Autellitano grande visual designer, un omaggio alla scopritore.

Il giornalista che avrebbe scoperto la piccolissima iride in fondo al mare, Giuseppe Braghò 77 anni, originario di Limbadi (Vibo Valentia), noto per l'inchiesta investigativa intorno al famoso e fumoso ritrovamento dei Bronzi fin dal 2006! Per aver trovato una fotografia, scattata poco dopo il ritrovamento dei Bronzi, nella quale veniva ritratto, in una delle mani delle statue, il maniglione dello scudo. Le ricerche e il materiale raccolto negli anni sono poi confluite in tre pubblicazioni edite la prima nel 2006, la seconda nel 2008 e l'ultima (per il momento) nel 2017: le oltre 100.000 copie vendute gli riconoscono un certo successo (secondo quello che ci ha comunicato lo stesso Braghò via Facebook).