Reggina e le frustrazioni altrui

24.05.2023

Essere di parte è una cosa che i giornalisti dovrebbero rivedere, non parlo del tifo, che ognuno di noi ha per la sua squadra, ma dell'analisi dei fatti, approfittando situazioni extra campo per giustificare l'incapacità, tra le quattro linee, di portare risultati positivi.

Per lo meno, con la Juventus, la maggioranza degli allenatori della serie A hanno esposto, una posizione critica verso il tribunale sportivo, nel valutare la penalizzazione di 10 punti, pochi minuti prima della terzultima di campionato, lasciando anche i giocatori in una posizione psicologica, chiaramente e appositamente voluta, per danneggiare la squadra.

Nel caso della Reggina, alcuni giornalisti che conosciamo bene, vergogna della professione che dicono di svolgere, hanno approfittato per guadagnare, l'ammirazione delle squadre, che in campo, non sono riuscite a fare meglio della compagine amaranto.

A questi Checco Zzaloni, abbiamo deciso di rispondere con la nota della stessa Squadra di Reggio.

La nota della Reggina che condividiamo dice questo: 

"In relazione ad alcuni articoli di stampa e sul web pubblicati oggi, la Reggina comprende la delusione di qualche dirigente di squadre avversarie per il mancato raggiungimento dei risultati attesi. Taluni sfoghi, durante l'ultima assemblea di Lega B, sono stati decisamente sopra le righe, ma la trasparenza del nostro operato, sviluppato secondo il rigoroso rispetto delle regole previste dall'Ordinamento giudiziario per le imprese in crisi e con tempestiva comunicazione alle istituzioni sportive delle nostre azioni intraprese, non lascia margine a equivoci in ordine alla nostra lealtà sportiva.

Riteniamo che siano stati sfoghi incontrollati e populisti, dettati da un'evidente delusione sportiva, esclusivamente pretestuosi e giustificativi dei loro insuccessi.
Queste manifestazioni di "clamore" sarebbero probabilmente tese a spostare l'attenzione delle proprie comunità e tifoserie dal perché questi Club non si siano costituiti in giudizio sportivo per far valere le loro pretese ai sensi degli articoli 81 e 104 Cgs-Figc.


Noi giornalisti di Reggio abbiamo bene a mente gli errori passati che portarono la nostra squadra dalla serie A alla D e altri errori recenti di cui la proprietà attuale non ha colpe, ma il Perugia, maggior rompiscatole di turno, dovrebbe ricordare anche lui la squalifica a vita del capitano biancorosso Peppino Vitalesta, a parere dei più,  e anche nostro, la società perugina pagò pesantemente la mancanza di strutture adeguate per affrontare la massima serie. Nella stagione successiva la squadra venne addirittura smantellata e di conseguenza retrocesse nella terza serie, rinominata Serie C. 

Ricordiamo bene anche quel 23 marzo del 1980 con il Perugia coinvolto nel cosiddetto "scandalo del Totonero" (triste per il calcio e per Paolo Rossi il nostro e vostro campione) e nell'anno successivo con i 5 punti di penalizzazione il Perugia venne psicologicamente condizionato e non credette a sufficienza nella grande rimonta. I Grifoni chiusero al 15° posto, retrocedendo. 

Nell'85/86 poi il Perugia venne, inoltre, coinvolto nel secondo scandalo "Totonero" con la condanna alla doppia retrocessione in serie C2 (per alcuni il lupo perdette il pelo, ma non il vizio). 

1993 il Perugia viene condannato, appena promosso in serie B, alla retrocessione in serie C1 a causa di un illecito sportivo. In seguito alla decisione della giustizia sportiva avvengono gravi disordini che finiscono addirittura in mondovisione nel canale Cnn. 

Nel 2004/05 nonostante il Perugia, allenato da Stefano Colantuono, raggiunga il terzo posto con conseguente finale playoff persa contro il Torino, venne decretato il fallimento della società a causa del dissesto economico

Nel 2009/10 il Perugia, allenato da Giovanni Pagliari e poi dalla coppia Buzzi-Zaffaroni, termina la stagione sportiva all'undicesimo posto con due punti di penalizzazione a causa di irregolarità amministrative. Emergono gravi problemi di natura finanziaria, al punto che il tribunale di Perugia (non sportivo) accoglie l'istanza di fallimento presentata da alcuni creditori. 

Dopo cinque anni dal primo fallimento ne arrivò un altro sotto la gestione Covarelli.

Non voglio continuare oltre, anche perché gli scheletri negli armadi ce l'abbiamo tutti. Quindi aggredire la Reggina, ora, vale solo per l'arroganza di chi colpando altri vuole sminuire il lavoro sul campo e il rispetto delle nuove leggi.

Insomma, quello che scaglia le pietre sulla Reggina, colpevole solo di utilizzare la legge a suo favore, dovrebbe prima farsi un esame di coscienza.

Il Perugia è retrocesso per la sua malasorte o incapacità di gestione della squadra, non per colpa della Reggina, che pur perdendo nel tribunale sportivo 5 punti ha conquistato i play-off . 

Capisco la frustrazione e che il presidente voglia passare per "santo" solo perché si chiama Santopadre, Beh?! 

Da chi viene poi la condanna??? Viene da una squadra che come minimo ha sbagliato, storicamente, più degli amaranto. 

Nessuna squadra di A, B o C ha il diritto di poter parlare, da un pulpito di onestà, principalmente il Perugia.

Andrea Ruggeri