Salvini a Reggio incontro positivo

30.05.2025

Ieri tante domande per il ministro Salvini a Reggio Calabria: confronto acceso ma costruttivo sul Ponte

Un fitto confronto ha accompagnato la visita del ministro Matteo Salvini a Reggio Calabria, in occasione del primo incontro con le istituzioni e le autorità locali. Il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha risposto con fermezza alle numerose domande, comprese quelle più critiche, provenienti dai colleghi del fronte No Ponte.

Salvini, pur difendendo il diritto alla protesta, ha voluto sottolineare che non basta essere contrari per elevarsi a esperti del progetto: "È giusto manifestare opinioni contrarie, ma io ascolto gli esperti, non poche decine di contestatori."

Il ministro ha definito "molto proficuo" l'incontro, prima tappa del tour antimafia legato all'apertura dei cantieri del Ponte sullo Stretto. Un vertice definito "estremamente positivo" anche per il clima di collaborazione e la sintonia emersa con le autorità presenti, tra cui il prefetto Clara Vaccaro, il procuratore Giuseppe Lombardo, il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà e quello di Villa San Giovanni, Giuseppina Caminiti.

"Sono soddisfatto – ha dichiarato Salvini – i sindaci sono stati propositivi. La lotta alla mafia si fa creando lavoro e offrendo speranza ai giovani del territorio. Dobbiamo vigilare sulle infiltrazioni e rafforzare le normative antimafia: serve maggiore severità."

Contemporaneamente, in Piazza Italia, una manifestazione dai toni contenuti ha visto la partecipazione di alcuni esponenti del Partito Democratico di Villa San Giovanni, tra cui il segretario del circolo locale, Enzo Musolino. Ai giornalisti ha dichiarato: "il Ponte sullo Stretto non si farà mai, non ci sono i requisiti tecnici. L'infrastruttura non interessa a nessuno, l'unico obiettivo è soddisfare gli interessi più o meno leciti di poche persone"

Non spetta alla stampa smontare opinioni personali, ma l'apertura dei cantieri entro l'anno – se confermata – costringerà tutti a una seria rivalutazione. O Salvini mente mentre stanzia 52 miliardi di euro, o Musolino sottovaluta la portata e la concretezza dell'intervento.

Affermare che l'infrastruttura "non interessa a nessuno" appare una forzatura: la realtà è più complessa, e l'assenza di proposte alternative alimenta un dibattito sterile. I fatti, e non le parole, saranno il vero banco di prova: se Musolino avrà ragione, lo si vedrà presto. Ma se il progetto andrà avanti, chi ha scommesso sul fallimento potrebbe perdere credibilità

Il tempo delle chiacchiere sta finendo. Ora servono risposte concrete, da entrambe le parti.

Djàvlon