Sinner, ti presento gli odiatori seriali
Ma come si fa ad odiare Sinner, Corriere della Sera e Dagospia contro l'attuale simbolo dell'Italia.

Jannik Sinner per noi di U Riggitanu, più piccoli di Dagospia, piccolissimi in confronto al Corsera è più italiano di chi lo critica
Non si fa la foto con Mattarella, risiede a Montecarlo, evita celebrazioni politiche come a Sanremo, ma non gli sponsor. E allora? Chi lo attacca non ha mai tifato per lui, aspettando solo un pretesto per demolirlo.
Roberto Dotto su Dagospia lo accusa di essere "la patria di sé stesso", rifiutando gli "altarini nazionalpopolari" ma accettando sponsorizzazioni milionarie. Massimo Gramellini, sul Corriere della Sera, lo critica per aver saltato la cerimonia al Quirinale: "La sua assenza farà più rumore della sua presenza".
Ma Sinner non deve dimostrare nulla. Nato e cresciuto in Italia, formato da tecnici italiani, ha portato la Nazionale alla vittoria in Coppa Davis dopo quasi mezzo secolo. Più di così? E sulla residenza a Montecarlo: davvero vogliamo fingere di non sapere che è prassi tra i tennisti di alto livello? Nessuno accusa Medvedev, De Minaur, Tsitsipas, Zverev o Rune, ma in Italia l'ipocrisia regna sovrana.
Quanto agli sponsor, Sinner è un professionista, non un missionario. Le aziende lo cercano perché lavora duro e vince. Ma a differenza di altri, lui parla con il campo, non con la pubblicità.
In fondo, il problema è proprio questo: Sinner vince, senza inchinarsi ai teatrini mediatici o ai riti del patriottismo di facciata. E in Italia puoi essere tutto, tranne che un vincente. Perché, come diceva Enzo Ferrari: "Gli italiani perdonano tutto, tranne il successo".
Grazie Jannik per essere l'italiano che aspettavamo, sinceramente mi sento rappresentato di più da te che da questi "Odiatori Seriali" che non hanno mai alzato la bandiera italiana e si sono emozionati al nostro inno, che non è di Mattarella, Sanremo o dell'Agenzia delle Entrate, ma di tutti noi e della nostra storia.
Lo so che articoli come quello di Dotto danno molta e immeritata visibilità, sia tra noi che ci siamo incazzati con Lui, sia tra gli altri "odiatori seriali", quindi non vedo solo la cattiveria, invidia e ignoranza, ma più un modo per attirare l'attenzione, alla Mentana. Quello che conta sono i numerie non la verità, l'etica o l'obiettività.
Gli "odiatori seriali" hanno disdegno e disprezzo di quelli che non si fanno il siero magico, di quelli che analizzano le guerre e i bombardamenti per quello che realmente sono, i nostri italiani di successo come Sinner, loro vivono e fanno carriera distruggendo cercando di nascondersi dentro la maschera del giornalista di un giornale che già fu famoso, il cupo risentimento per non essere Loro i Numeri Uno, il livore, un odio rabbioso e a stento represso, fingendo la cortesia verso altri.
Loro stimolano gli Haters? Odiatori seriali anonimi, che sul web hanno trovato la loro piazza dello scherno preferita e che si nascondono dietro un profilo social, frequentemente falso. Da dove nasce tanto odio? E perché, sul web, spuntano Haters e Leoni da tastiera come funghi? Beh! Chiedetelo anche a Dotto e Gramellini
Tutti da Sanremo, al Quirinale, persino all'Agenzia delle Entrate amano Jannik Sinner, perché in lui ,tutti, vediamo il nostro successo, la nostra bandiera tricolore, il nostro inno a differenza di questi assurdi ODIATORI SERIALI.
Andrea Ruggeri