Sono indagato, per la prima volta in vita mia

11.06.2025

Oggi cadono le maschere di chi, con le inchieste, fa politica in Italia. Una vergogna tutta italiana – e anche europea – che dovrebbe farci riflettere.

Vedremo cosa diranno ora i garantisti che ieri difendevano Falcomatà e altri: domani potrebbe toccare nuovamente a loro. 

Intanto, le campagne di fango non scalfiscono, ma rafforzano la posizione di Roberto Occhiuto. Questo appare come l'ennesimo attacco a un politico che ha provato – concretamente – a fare qualcosa per Reggio Calabria e la Calabria tutta.

Strano che arrivi proprio dopo i suoi recenti successi, e a ridosso delle elezioni regionali e comunali. Ma ormai gli italiani sono fin troppo abituati a questi "tempismi". La vergogna di certi ambienti politici e sindacali, specialmente dopo la pandemia, pare non avere più limiti.

Riportiamo solo le sue parole, in attesa di capire se dietro l'accusa ci siano motivi veri o pretestuosi. Ecco cosa ha dichiarato, in un video postato sui social, il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto:

> "Non avrei mai pensato di dover condividere con voi una notizia di questo genere. Per la prima volta nella mia vita ho ricevuto un avviso di garanzia, nell'ambito – mi dicono – di un'inchiesta più ampia. Ho ricevuto un avviso di garanzia per corruzione. A me? Che in questi anni ho gestito la Regione con rigore assoluto, senza mai nemmeno sfiorare qualcosa di lontanamente simile. Non sono sereno, affatto. Per me essere indagato è infamante, come un'accusa di omicidio."

> "Ma non cambio idea ora che tocca a me. Ho sempre detto che in Calabria bisogna indagare, fino in fondo. E così dev'essere. Controllatemi tutto: non ho nulla da nascondere. Anzi, oggi stesso ho chiesto di essere interrogato al più presto, anche se non conosco neppure l'episodio che mi viene contestato."

"In un'Italia in cui chi lotta per cambiare davvero paga il prezzo più alto, Occhiuto sceglie di restare in piedi, con dignità e passione. La sua voce non trema, il suo passo non indietreggia. E in mezzo al fango delle accuse, resta limpido l'impegno di un uomo che alla sua terra ha scelto di rispondere con fatti, non con silenzi."

Djàvlon