Toscano rompe lo schema: “Occhiuto e Tridico, curatori fallimentari”
Un editoriale sull'aria pesante della politica calabrese
C'è chi pensa che le prossime regionali calabresi siano una partita a due tra il centrodestra di Roberto Occhiuto e il campo largo con Pasquale Tridico. E poi c'è Francesco Toscano, che da piazza Camagna a Reggio Calabria ha scelto di dire quello che molti sussurrano ma pochi osano ammettere: i due contendenti principali non sono altro che curatori fallimentari per conto terzi.
La frase è dura, tagliente, volutamente provocatoria. Ma il punto è che, guardando alla realtà dei fatti, non sembra poi così lontana dalla verità. Occhiuto porta sulle spalle il fardello di una Regione commissariata da anni, incapace di liberarsi dal cappio delle logiche di potere romano ed europeo. Tridico, dall'altra parte, si propone come "nuova" alternativa, ma resta pur sempre figlio delle stesse alchimie di partito e dei compromessi che hanno reso sterile il campo largo.
Coalizioni senz'anima
Toscano lo dice senza giri di parole: il "campo largo" è un minestrone indistinto, un'ammucchiata che tiene insieme chi vuole il reddito di cittadinanza e chi lo rifiuta, chi si proclama riformista e chi resta ancorato a vecchie ricette ideologiche. Un'accozzaglia senza direzione, buona solo a garantire sopravvivenze politiche personali.
Sul fronte opposto, il centrodestra non sta meglio. Basta guardare alle candidature imbarazzanti, all'arruolamento persino di Cateno De Luca, pur di accrescere i numeri. Il messaggio che passa ai cittadini è chiaro: non c'è una visione, c'è solo la sete di potere.
La sanità, simbolo di un fallimento collettivo
Ma è sulla sanità che Toscano affonda il colpo più pesante, e qui il terreno è scivoloso per tutti. La Calabria è diventata l'emblema di come i "piani di rientro" abbiano prodotto macerie invece che cure. Ospedali smantellati, medici costretti a emigrare, malati che muoiono in attesa di una visita.
Chi governa oggi promette ospedali di comunità che restano sulla carta. Chi li ha preceduti ha continuato a tagliare e commissariare. Il risultato è che la salute, in Calabria, resta un privilegio per pochi. E Toscano, con il suo linguaggio diretto, lo mette sul tavolo: non è solo incapacità, è connivenza con logiche esterne che hanno trattato la regione come una colonia da amministrare, non come una terra da far crescere.
L'illusione del "meno peggio"
Il messaggio che esce da piazza Camagna è chiaro: l'alternativa non è tra Occhiuto e Tridico, ma tra un sistema già compromesso e chi vuole rompere con esso. Toscano si propone come "diverso", come l'unico non commissariato, come l'unico in grado di rivendicare libertà di azione.
Che piaccia o no, ha toccato un nervo scoperto: la politica calabrese vive da anni nel ricatto del "meno peggio". Votare per non far vincere l'altro, accettare candidati imposti dall'alto, sperare che almeno un pezzetto funzioni. Una logica che ha già prodotto disastri e che, se confermata, non potrà che condannare la Calabria all'ennesimo fallimento.
La vera sfida
La domanda è semplice: i calabresi sono pronti a rompere davvero questo schema? Oppure si limiteranno ancora una volta a scegliere il "curatore fallimentare" che sembra meno pericoloso?
Toscano, con la sua critica radicale, offre una provocazione. Spetterà agli elettori decidere se resterà un urlo isolato o se diventerà il punto di rottura che in Calabria non si è mai avuto il coraggio di compiere.
Masaniello Pasquino