Cosa succede a Reggio Calabria con i giornalisti di Radio Febea?

Fatto
In un'epoca in cui i media dovrebbero promuovere dialogo, rispetto e valori etici, il caso di Radio Antenna Febea a Reggio Calabria rappresenta un grave scandalo. Affiliata al circuito cattolico InBlu2000, gestito da Rete Blu S.p.A., espressione della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), questa emittente, parlo di Radio antenna Febea, diretta da Monsignor Antonino Iachino (che stimo molto)— già vicario generale dell'arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova e zio della consigliera PD Nancy Iachino — ospita trasmissioni che calpestano ogni principio cristiano.
Le trasmissioni includono bestemmie, sessismo verso una collega, discriminazioni sessuali e minacce contro cristiani, offendendo di prostitute le mamme di tutte le persone cristiane di un'intera comunità arrivando persino a stimolare bestemmie nella stessa comunità.
Il comportamento non si limita ai giornalisti locali: la stessa sorte l'hanno subita anche giornalisti nazionali, come Cruciani e altri, come documentato nell'intervista dello stesso cruciani.
Consigliamo di ascoltare il video a seguire che porta le prove di tale comportamento.
In realtà, si tratta di due comunicatori che si definiscono giornalisti perché iscritti all'albo professionale. Ma lo sappiamo tutti: essere iscritti a un albo non basta per essere giornalisti. Essere giornalista significa saper comunicare rispettando l'etica, senza infrazioni gravi, senza offendere o aggredire altri, e con capacità comunicative reali.
Giovanni e Dario Baccellieri, su Radio Antenna Febea, bestemmiano e aggrediscono colleghi, e in particolare una collega, con atteggiamenti sessisti e indicazioni sessuali inappropriate.
Cosa fare in questi casi? Intanto va detto che questi signori sono già stati segnalati a diversi organismi, comprese l'Ordine dei Giornalisti e l'organizzazione ReteBlu, legata al Vaticano e alla Chiesa cattolica.
Un giornalista, un programma radiofonico, dovrebbe invece impedire bestemmie e aggressioni verso chiunque: omosessuali, donne, comunità religiose e altri.
Noi di GIA – Giornalisti Italiani Associati abbiamo deciso di scrivere alle organizzazioni con cui abbiamo rapporti di riconoscimento reciproco, tra cui:
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Committee to Protect Journalists
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Federazione Internazionale dei Giornalisti
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Media Defense
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IPI (International Press Institute)
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Ordine dei Giornalisti della Calabria
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TV2000
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Sindacato dei Giornalisti della Calabria
Da queste organizzazioni, ad esempio il Committee to Protect Journalists abbiamo ricevuto alcune risposte di impegno e condanna, e sappiamo che stanno analizzando la situazione e avviando le indagini, essendo enti seri.
Non avremmo voluto attaccare dei colleghi — normalmente li difendiamo — ma l'aggressione contro la collega, una giovane che ha avuto il coraggio di smascherare bestemmie e aggressioni via radio, che i due oltre a gridare in radio costringendo ascoltatori a ripeterle, ci ha reso impossibile restare in silenzio.
Andrea Ruggeri
Presidente GIA
